ULTIME SCOPERTE A VULCI: NUOVI DATI SULLE MURA DI CINTA
Dal 1994 l’area archeologica di Vulci è oggetto di un importante programma di valorizzazione che comprende la realizzazione di indagini tramite scavo archeologico e restauro dei monumenti. La collaborazione tra il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio, i Comuni di Montalto di Castro e Canino, e la società Mastarna ha reso possibile l’istituzione del parco archeologico, esteso per circa 960 ettari nel territorio dei comuni di Montalto di Castro e Canino (Viterbo).
Di particolare interesse risulta lo scavo archeologico nell’area urbana, dove sono state riportate alla luce importanti porzioni delle mura difensive della Vulci etrusca. Il settore occidentale è quello che ha riservato maggiori sorprese: davanti alla porta si erge un’imponente avancorpo triangolare la cui presenza indeboliva il potenziale d’attacco dell’esercito nemico. Questa sistemazione, che risale agli inizi del III A.C. ed anticipa dunque la conquista di Vulci da parte dell’esercito romano guidato da Tiberio Coruncario nel 280 A.C., non ha al momento confronti editi.
Un secondo rilevante settore di scavo archeologico è quello dell’Area I, dove il recupero di interessanti reperti provenienti da un deposito votivo, scivolati lungo la scarpata, ha consentito il rinvenimento di un lungo tratto di mura di epoca etrusca che difendevano il costone prospiciente la valle del Fiora.
Questi dati unitamente alla riscoperta di tratti di mura già noti consentono oggi di ipotizzare che Vulci, almeno a partire dal IV sec. A.C. fosse difesa da un circuito imponente ed unitario.